Gli alunni a volte rappresentano un problema per l’educatore. Di ciò non ci si dovrebbe meravigliare. Si tratta di un dato scontato e la capacità di risolvere i problemi è un buon indicatore della sua professionalità. Il contratto educativo è uno degli strumenti che si possono utilizzare con successo per la soluzione di molti problemi, quali uno scarso impegno nello studio, comportamenti aggressivi o comunque disturbanti, per incentivare l’apprendimento in soggetti disabili o handicappati, ecc. Poiché la sua attuazione implica dei vantaggi per l’alunno, è piuttosto improbabile che venga rifiutato. Rappresenta inoltre un’esperienza altamente democratica e formativa per l’acquisizione della capacità di assumersi responsabilità educative e di autogestione.
Nella sua essenza, il contratto educativo consiste in un accordo intercorrente tra un soggetto (o un gruppo) e l’educatore, nel quale si definiscono i comportamenti che il soggetto (o il gruppo) intendono eseguire, e le ricompense che per questi comportamenti avranno.
Al fine di superare i problemi e raggiungere gli obiettivi formativi di cui ho prima parlato, la stipulazione del contratto deve coinvolgere l’alunno a livelli diversi di partecipazione. Ciò dipende essenzialmente dall’età, dalla sua maturazione intellettiva e dalla capacità di assumersi responsabilità. La seguente tassonomia mette in gerarchia le tappe che l’educatore è bene che segua:
1) Contrattazione gestita dal solo educatore.
2) Contrattazione gestita prevalentemente dall’educatore.
3) Contrattazione gestita pariteticamente.
4) Contrattazione gestita prevalentemente dall’alunno.
5) Contrattazione gestita completamente dall’alunno.
Ciò, tuttavia, non è sufficiente a garantire il successo dell’intervento se non ci si attiene ad alcune regole che possiamo così sintetizzare:
a) Equità: le ricompense devono essere proporzionate alle prestazioni.
b) Chiarezza dei termini del contratto.
c) Onestà: ciò si ha quando il contratto viene rispettato da entrambe le parti contraenti e la ricompensa consegnata subito dopo l’esecuzione del compito.
d) Positività: il contratto non deve contenere clausole punitive.
e) Sistematicità: è indispensabile che il contratto non subisca interruzioni e che ci si attenga con rigore alle regole stipulate.
È altresì necessario che l’educatore conosca le regole generali implicate in qualsiasi procedura basata sul rinforzamento, che nel nostro caso significano operare come segue:
Il premio deve essere consegnato subito dopo l’emissione del comportamento corretto incluso nel contratto.
Iniziare con il rinforzare comportamenti di facile esecuzione per passare poi con gradualità a richieste più impegnative.
Programmare con molta attenzione lo schema di rinforzamento da usare (a rapporto, o ad intervallo).
Terminare il contratto con gradualità, specialmente quando si operi con soggetti handicappati
o bambini; ciò si ottiene sia diminuendo gradualmente la frequenza della erogazione delle
ricompense, sia modificando la grandezza del premio e la sua natura (avvicinamento graduale
alle ricompense che gli altri hanno nell’ambiente naturale per quel tipo di comportamento).