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    Come può un ipnotista ottenere meravigliosi risultati come aiutare i suoi clienti a smettere di fumare, cambiare un’abitudine, essere più motivati?

    Molti si chiedono come funziona l’ipnosi. L’ipnosi è COMUNICAZIONE che va al di là delle barriere che le persone costituiscono tra loro ed il mondo esterno.

    La comunicazione efficace è anche una componente fondamentale per ottenere maggiore successo e raggiungere i propri obiettivi nel mondo di tutti i giorni.

    Sempre più vediamo manager e gente che ha a che fare con gli altri seguire i nostri corsi di ipnosi.

    Noi viviamo in un mondo di relazione. E la chiave dell’ipnosi è relazione e comunicazione col proprio cliente di modo da portarlo a sentire e vedere le cose in maniera differente, e toccare le sue leve inconsce.

    Comprendere i principi alla base dell’ipnosi permette di migliorare la comunicazione in genere.

    Un coach, un manager, un insegnante, chiunque abbia a che fare con gli altri può quindi solo trarre vantaggio dall’imparare tale abilità.

    Tutti noi comunichiamo ma lo facciamo spontaneamente, senza aver mai imparato come essere maggiormente efficaci.

    I modelli di Comunicazione Ipnotica

    ipnodiscoIn questa guida vi presentiamo alcuni potenti metodi linguistici di COMUNICAZIONE IPNOTICA.

    Questi costituiscono una delle tre chiavi principali della PERSUASIONE.

    Gli altri due pilastri sono il lavoro su di sé e l’energia e vitalità che mettiamo nella comunicazione non verbale.

    Ma le parole agiscono comunque da catalizzatore e “definiscono” le situazioni.

    Quelli contenuti qui di seguito sono potenti modelli linguistici estratti proprio dalla comunicazione dell’Ipnosi, ed utili anche nella vita di tutti i giorni!

    E non è che un assaggio di tutto quello che può essere fatto.

    La nostra scuola propone quindi approfondimenti su tutti i modelli che potete leggere qui, chiamati classicamente modelli “ericksoniani”, oltre anche a modelli linguistici differenti di altra origine e non abitualmente insegnati nelle scuole ericksoniane…

    Il linguaggio

    Imparare l’ipnosi moderna signlinguaggioifica quindi imparare l’incredibile POTENZA DEL LINGUAGGIO, sia verbale che non verbale.

    Nei nostri corsi dal vivo vediamo spesso l’espressione trasformata dei nostri allievi quando si rendono conto dell’estrema potenza delle loro parole.

    Capiscono infatti che si apre loro di fronte un nuovo mondo di comunicazione.

    Quelli che seguono nelle varie pagine sono quindi solo alcuni dei tanti ESEMPI. Sono stati raccolto per dare un’idea di come è possibile arricchire la comunicazione.
    Con la corretta comunicazione è infatti possibile creare tutto. Fascinazione, attrazione, ipnosi, persuasione, accordo, rapport, motivazione, coinvolgimento, interesse…

    Siamo fieri che la nostra scuola (ISI-CNV scuola del dr. Paret) sia stata storicamente la prima a diffondere tali modelli in italiano in forma semplice ed immediata non solo per l’ambito terapeutico dell’ipnosi, ma anche per l’ipnosi quotidiana o conversazionale.
    Osservateli, imitateli, ma ricordate che la cosa più importante è la vostra CREATIVITA’ nell’utilizzarli.

    Inoltre, ascoltare parlare una persona che ha la maestria di tali modelli è una strada efficace per installarli nel proprio Inconscio facilmente e rapidamente…

    I PRIMI TRE MODELLI PER ANDARE AL DI LA’ DEI CONFINI/BARRIERE TRA LE PERSONE:

    RICALCO – CAMPO AFFERMATIVO – GENERALE/SPECIFICO

    Modello 1: Superare le barriere: Il Ricalco

    “Mentre leggete queste parole, e cercate di capire il significato di questo report, potete anche essere curiosi di che cosa sono i modelli linguistici conversazionali…”

    Il ricalco e guida è la tecnica adatta a guidare la mente del vostro interlocutore a pensare quello che volete, senza che vi sia resistenza.

    Quello che abbiamo fatto con le parole precedenti è stato ricalcare la vostra esperienza (leggere) e guidare verso uno stato emozionale (essere curiosi).

    Il primo elemento di questa diade è il “ricalco”. Tale elemento si basa sul riprendere elementi dell’esperienza vissuta e da lì procedere. Perché funziona? Perché si basa sul concetto di “condivisione di esperienza”.

    Condividere l’esperienza frantuma le barriere che ci sono tra noi e l’altro.

    In ipnosi è un modello utilizzato tantissimo.

    “mentre sei seduto, e mi ascolti, puoi rilassarti sempre più”

    Il ricalco che in questo caso è “condivisione” di esperienza che ci porta così al di là del confine tra noi e l’altro. E’ uno tra gli elementi che sono alla base del concetto di “empatia”, anche chiamato “rapport”. Osserviamo due persone in stato di “rapport”. Si muovono con lo stesso tempo.

    Il fenomeno è stato abbondantemente studiato dalla PNL e nella PNL3.

     In tale disciplina, il concetto di Rapport è stato studiato al fine di creare armonia tra le persone, per il business, la terapia etc. La nostra scuola lo ha anche sviluppato attraverso il concetto di INSTANT RAPPORT.

    Uno tra gli elementi di base che favorisce il rapport e fa parte del concetto di condivisione di esperienza è quindi il concetto di “similitudine”.

    Questo può essere rappresentato da movimenti simili, o parole simili.

    Questo fenomeno tecnicamente si chiama “Ricalco” e favorisce la creazione di “Rapport”, ovverosia di una relazione empatica tra i due. È importante capire che si tratta di un concetto inconscio, che avviene ovviamente fuori dalla nostra coscienza.

    ricalcoIl fatto che la similitudine nei movimenti e nel ritmo aiuti a creare rapport è stato documentato da vari studi, e può trovare una conferma diretta se decidete di osservare la gente con attenzione.

    Lo stesso concetto è importante a livello linguistico. Ricalcare una persona in questo caso significa essere simili a lui linguisticamente.

    Questo porta a massimizzare le possibilità di accordo tra due persone. È un fenomeno che avviene inconsciamente. Ascoltiamo le parole importanti per l’interlocutore e ripetiamogliele in nuove frasi e combinazioni. Troveremo che è più facile raggiungere un accordo con lui e spesso arriveremo a risultati stupefacenti!

    Scoprire le parole importanti.

    Come determiniamo le parole importanti per il nostro interlocutore? Vedendo dove lui mette la sua energia. Ci accorgeremo ben presto che la maggior parte delle persone ripete certe parole, oppure porta maggiore enfasi su certi termini. Significa che questi termini sono importanti per la persona in oggetto. La realtà non è infatti uguale per tutti. La nostra identità reagisce a certe parole (od azioni). Possiamo addirittura pensare che nostra personalità sia decomponibile nel modo in cui reagiamo alle cose che non è uguale per tutti.

    E’ come se ognuno di noi vive come in un universo a sé, dove certe cose sono importanti ed altre no, ovverosia vi mette maggiore energia.

    Ad esempio in un colloquio di vendita, un acquirente ripete o pone enfasi sulla parola “qualità” o “affidabilità”.

    Una strategia efficace è quindi quella di ripetere tali parole alla persona di fronte a noi, mettendoli nelle nostre stesse frasi. In questa maniera condividerete il suo “pattern” energetico, ovverosia il modo in cui valuta la realtà.

    Noteremo un miglioramento del nostro “impatto comunicativo”, e molte volte scopriremo addirittura che il nostro interlocutore non vorrà più lasciarci andare tanto troverà interessante quello che diciamo!

    Modello 2: CREARE UN CAMPO AFFERMATIVO

    Si tratta di una tecnica semplice che parte dal principio del ricalco e della condivisione, e nel contempo efficacissima. Desiderate ottenere accordo quando parlate o semplicemente creare un maggiore contatto di fiducia con l’interlocutore?
    Non è importante quello che dite, molto spesso è importante infatti come lo dite. Potete dire gli stessi concetti che esponete finora in una maniera più efficace…

    strettadimanoA questo proposito è fondamentale imparare a creare un ordine particolare nell’esposizione, al fine di creare un “campo affermativo”. Creare un campo affermativo è molto vicino al concetto di “ricalco” e significa utilizzare parole e frasi alle quali il nostro cliente non possa rispondere che sì.

    La mente si abitua a dire sì in quanto è più naturale aprirsi all’altro che opporsi, e tende ad accettare con più facilità suggestioni ed idee successive.

    Milton H. Erickson, il famoso ipnoterapeuta americano del secolo scorso, il quale è stato tra i primi ad essere analizzato per delineare i molti modelli esposti in questo libretto, faceva uso massiccio di tale metodo, per ottenere l’assenso della mente inconscia.  Osservava dove stava guardando il suo paziente, e lo ricalcava: “…vedo che sta guardando il quadro…”; e da lì, preso ormai contatto, conduceva il suo interlocutore con frasi successive, in uno stato di trance.

    Il risultato che si crea tramite la creazione di un campo affermativo è una disponibilità positiva verso l’interlocutore. Il meccanismo è anche utilizzato nella vendita: il venditore cerca di porre delle domande o di fare delle affermazioni alle quali non sia possibile rispondere che sì. Questo “entrare nel sì” abbassa le barriere.

    Attraverso l’utilizzo accorto del linguaggio della generalità (prossima pagina) il processo può essere portato ad una sottigliezza estrema. Ed il processo può essere utilizzato anche nella vita di tutti i giorni: Mentre vedete questa pagina, e leggete queste parole, potete rendervi conto che incominciate a capire.

    Modello 3: Utilizzo dei livelli di generalità GENERALE/SPECIFICO

    “mentre cercate di capire quello che vi è scritto, vi sono parole che possono destare la vostra attenzione”

    La frase precedente è un ricalco col quale condivido la vostra esperienza, ma se osservate, è molto generico appositamente. Non si dice “quali parole” destano l’interesse.

    Questo modello è presentato qui per aggiungere un elemento che permette di portare ad un livello superiore il ricalcare secondo il metodo spiegato nel paragrafo precedente.

    Come abbiamo detto ognuno di noi vive in un universo a sé.

    Ognuno fa ordine nella sua realtà e decide quello che per lui è importante e quello che che non è. Su che cose soffermarsi e cosa tralasciare.

    Può quindi essere un problema l’eccessiva specificità se non trova riscontro nell’altro. A volte quindi, per creare un campo affermativo ed ottenere assenso è utile non essere troppo specifici, bensì GENERALI.

    Essere specifici tende a delimitare e mette in moto meccanismi razionali. Ma per migliorare la comunicazione dobbiamo “aprire”.

    Essere GENERALI significa nella pratica utilizzare termini che hanno più significati, e nei quali ci si possa agevolmente ritrovare.

    Facciamo un esempio pratico: se dico “è importante riposarsi” sto parlando in maniera generale e non specifica, e potrò ottenere l’assenso del 98% delle persone che mi ascoltano.

    Se vado nello specifico dicendo in che ore precise bisognerebbe dormire sto “specificando”. Lo stesso se dico “è importante riposarsi tutto il giorno” oppure “è importante riposarsi il minimo possibile” e ovviamente la percentuale di accordo scenderà.

    In estremo, se andiamo molto nello specifico, dato che ognuno vive in una realtà differente, è inevitabile che si arrivi sempre ad un livello di differenza e non condivisione con l’altro.

    consensoUn concetto molto importante è: capire il livello linguistico che stiamo utilizzando.
    A scuola, soprattutto nelle discipline scientifiche, ci viene insegnato ad essere specifici, ma è invece parlando in maniera generale che si crea accordo e “rapport”. Alcuni dicono che gli uomini politici spesso parlano in maniera generale. Questa può essere infatti una metodologia per cercare consenso.

    E anche quando facciamo un’induzione ipnotica utilizziamo molte frasi di questo tipo per stimolare il cambiamento. “puoi renderti conto che qualcosa in te sta cambiando”.

    Generale e Specifico

    Possiamo quindi distinguere due livelli linguistici: GENERALE e SPECIFICO.

    Si tratta di concetti fondamentali, così come dire alto o basso in termini di spazio.
    In realtà questi livelli sono puramente teorici, in quanto il linguaggio non è MAI la realtà. Il linguaggio è infatti granulare, composto da parole che definiscono “cose”, mentre la realtà è continua. Per quanto specifici siamo, non potremo quindi mai descrivere esattamente la realtà di fronte a noi.

    boscoFacciamo un esempio per capire tale concetto, nella figura qui a sinistra, che differenza c’è tra “alberi” e “bosco”?

    La differenza è come “focalizziamo” la nostra attenzione

    Sono due livelli logici differenti, che possiamo chiamare più specifico (alberi) e più generale (bosco).

    Un altro esempio è la differenza tra dire :

    – ci sono 40°

    – fa caldo

    – c’è una temperatura molto alta

    Si va dallo specifico (40°) al generale (temperatura alta)

    Tipi di persone

    Nei dialoghi con persone singole è importante imparare ad utilizzare la terminologia al livello opportuno per il soggetto, in quanto ci sono persone che tendono di più alla specificità ed altre alla generalità.

    Possiamo chiamare queste persone “specifiche” o “generali”.

    Come abbiamo detto la realtà è continua, mentre le parole sono elementi staccati. Quindi nessuna delle due posizioni è “vera”, o “migliore”. Una persona generale a volte è più brava a vedere il campo lungo e le connessioni tra le cose. Una persona specifica è più brava a vedere i dettagli.

    Ma nessuna posizione è assoluta.

    Con soggetti specifici è importante ogni tanto parlare anche in maniera specifica, mentre con soggetti non specifici è meglio portarsi al loro stesso grado di generalità.
    L’utilizzo del linguaggio generale può anche essere strumento per creare reazioni; come tale può essere utilizzato ad esempio nell’ipnosi: possiamo creare frasi del tipo: “ti puoi rendere conto delle sensazioni che puoi sentire in questo momento…”.

    Queste frasi sono strutturate in maniera di essere completate dalla nostra mente inconscia, la quale creerà un’esperienza completa nella nostra mente.

    Attraverso l’utilizzo del linguaggio generico possiamo condurre il nostro interlocutore in uno stato di “fascinazione comunicativa” in quanto non siamo noi a mettere il contenuto, ma è lui a metterlo, e, ovviamente, mette il contenuto che piace a lui, senza rendersene conto.

    Prosegue nel prossimo articolo oppure dal vivo presso i nostri Corsi e Master!

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