L'IPNOTISMO E GLI STATI AFFINI

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III.

Fra i primi a parlare ai giorni nostri della fascinazione e stato il Bremaud, che ebbe l’occasione di fare numerose esperienze nella scuola di medicina navale di Brest. Egli ha agito sopra individui appartenenti alle diverse classi sociali, ed ha ottenuto i medesimi risultati su medici, studenti, soldati, sotto ufficiali ecc.

I risultati delle sue esperienze egli li espose nel 1883 ed 84 in una serie di conferenze, e la Societé de Biologie ed il Cercle Saint-Simon ebbero ad occuparsene.

Lo stato di fascinazione viene da lui provocato, o mediante la fissazione intensa di un punto brillante, di mediocre intensità, ovvero con la fissazione dello sguardo. I fenomeni che si determiano sono i seguenti: il polso si accellera, la termogenesi aumenta, l’occhio è fortemente aperto e fisso sul punto brillante o sull’occhio dell’operatore, la pupilla notevolmente dilatata, il viso iniettato. Vi è analgesia: i muscoli, che si fanno entrare in attività, o che vengono frizionati con la mano, restano contratti, la volontà è paralizzata, le illusioni e le allucinazioni sono facili a prodursi, perché l’immaginazione è esaltata, il soggetto non può staccare l’occhio da quello dell’operatore o dal punto brillante; e di qui lo sviluppo di un’istinto d’imitazione fino alla servile ed esatta riproduzione dei movimenti, dei gesti, dell'attitudine, della fisionomia, delle parole.

Riferiamo qualche descrizione dell’autore per dare il quadro di un soggetto in stato di fascinazione.

- L.... di 23 anni, bruno, sanguigno, vigoroso.

- Io guardo vivamente, bruscamente e molto da vicino questo giovane, imponendogli di guardarmi con tutta la fissità di cui è capace: l’effetto è fulmineo, il viso s'inietta, l’occhio è grandemente aperto, le pupille dilatate, il polso da 70 è salito a 120 ed a questo momento lo sguardo del soggetto è fisso sui miei occhi. Io retrocedo, L... mi segue: il suo modo di camminare è singolare, la testa è proiettata innanzi, le spalle sollevate, le braccia pendenti lungo il corpo. Nella corsa, a cui L... si spinge per seguirmi, le braccia restano immobili, il suo aspetto ha un’apparenza particolare; ogni espressione è scomparsa, gli occhi sono fissi, i lineamenti contratti, non una fibra si muove, non una parola esce dalle sue labbra immobili. Il volto è pietrificato.

- Sembra che non resta nel suo cervello che un’idea fissa: quella di non abbandonare il punto luminoso del mio occhio. Parlategli, non vi risponderà; insultatelo, non una fibra del suo viso trasalirà; battetelo, non sentirà dolore: l’analgesia è evidente: pizzicando, solleticando non si produce alcuna modificazione di movimento, e nondimeno L... ha coscienza del proprio stato, ha inteso tutto ciò che si è detto, e, ritornato allo stato normale, renderà conto di tutto quello che avrà provato. Per farlo uscire da questo stato di fascinazione, che mi sembra proprio lo stato dell’uccello innanzi al serpente, un soffio sugli occhi è bastante. Io soffio, la scena cambia: il viso ha ripreso istantaneamente la sua mobilità, la congestione è scomparsa, le braccia, le spalle han ripresa la loro libertà di azione, la sensibilità cutanea è normale, ed L..., che sembra stordito, ci dice che ha avuto coscienza di tutta questa scena, ma che era incapace di manifestare la sua volontà, e si sentiva ligato al mio sguardo da un ligame più forte di lui stesso-.

Un’altra volta Bremaud dice a Z... di raccogliere un fazzoletto deposto a terra. Egli si abbassa, prende il fazzoletto; ma al momento di alzarsi, Z... lo guarda: un brusco colpo d'occhio lo ipnotizza, i muscoli del braccio e del tronco si contraggono immediatamente, ed il soggetto resta immobile in questa incomoda posizione.

Cr..., messo in istato di fascinazione, presenta gli stessi caratteri dell’altro ed un'istinto d’imitazione, che si manifesta, dice Bremaud, con un’energia bizzarra.

- Io rido, Cr... ride egualmente; alzo il braccio, ed il soggetto fa lo stesso movimento; io salto..., egli lo ripete. Parlo..., Cr... ripete tutte le mie parole con una perfetta imitazione d’intonazione musicale. Ripete del pari, con una imitazione scrupolosa di accentuazione, qualche frase tedesca, inglese, spagnuola, russa, chinese, pronunziata da diversi uditori.

- Questo stato bizzarro si dissipa istantaneamente con l’azione di un soffio sui globi oculari, e Cr..., ripresa la sua libertà d’azione, non conserva alcun ricordo di ciò che ha fatto: la lunga durata dell’esperienza, il prolungamento di questo stato nervoso porta quasi sempre con sé la perdita della memoria dei fatti compiti durante questo tempo.

- Io prego Cr... che chiuda vigorosamente il pugno, ed innalzandolo al di sopra del capo lo faccia cadere violentemente sulla mia spalla; mentre io non lo guardo, esegue questo movimento con una forza che fa onore alla sua muscolatura, ed attesta la sua perfetta indipendenza e libertà di spirito; ma al momento in cui la prima volta va per colpire, lo fisso bruscamente...: il braccio è rimasto sospeso §199 col pugno chiuso, l’arto è agitato da movimenti quasi tetanici: è sopraggiunta la fascinazione, che ha pietrificato Cr...mentre era per compire il suo gesto energico.

- Prego Z... di voler contare ad alta voce ed il più forte possibile: Uno..., due..., tre... ecc. Io lo guardo intanto molto d’appresso, pregandolo di fissare il suo sguardo nel mio. Bentosto la sua parola esita..., egli prosegue intanto debolmente: otto..., nove..., poi tace. Lo stato di fascinazione è sopraggiunto, inducendo la contrattura dei massetteri..-

Questi ed altri sono i fatti riferiti da Bremaud. Egli ha potuto determinare tale stato solo sugli uomini, mentre le donne, forse perché dotate di un sistema nervoso più impressionabile, cadono direttamente nello stato catalettico.

Inoltre ha osservato nei suoi soggetti, che il periodo di fascinazione gradatamente spariva, dando luogo direttamente alla catalessia, a misura che le esperienze si moltiplicavano e cresceva la loro impressionabilità.

La fascinazione, secondo l’autore, non è eccezionale, anzi parrebbe essere più frequente di quello che non si crede, e non può ritenersi dipendere da una speciale idiosincrasia nervosa dei soggetti sottoposti all’esperimento, avendo egli agito sopra individui diversissimi, sia per intelligenza, sia per la classe sociale cui appartenevano. Anzi vi è di più: egli ha ottenuto il medesimo risultato sopra individui, ignoranti del fenomeno che dovevano riprodurre, e sopra soggetti sani.

L’effetto della brusca fissazione dello sguardo è sorprendente: l’individuo, che si è assogettato altre volte a questo esperimento, avendo acquistato una specie di educazione, resta come fulminato, tanta è la rapidità con cui si determina la fissazione.

Il punto culminante di tale stato è, come si è visto, quel particolare istinto d'imitazione, che subitamente si desta nel soggetto, il quale segue l’operatore nei gesti, nel cammino, nelle parole ecc. §200 Anche nello stato catalettico possiamo determinare questa specie di fascinazione, fissando intensamente lo sguardo nell’occhio del soggetto. Così egli potrà presentare a sua volta quella speciale attitudine all’imitazione, ed eseguirà con tutta esattezza l’atto che vien compito innanzi a lui.

 Sembra, secondo Bremaud, che il primo stadio della serie ipnotica, che si possa provocare, sia la fascinazione; ma, con l’andare del tempo, quando questa sia stata determinata molte volte, divenendo il soggetto sempre più impressionabile, si passa direttamente alla fase catalettica, senza l’intermedio della fascinazione.

In fine un fatto costante fu osservato dall’autore, ed è che il soggetto non rimane nel periodo di fascinazione al di là di uno o due minuti, e da questo passa bruscamente al catalettico.

Durante la fascinazione i muscoli non sono contratti: la contrattura si può determinare esercitando delle frizioni sulle masse muscolari, le quali si rilasciano allorché si agisce su di esse con leggieri colpi.

Lo stato di fascinazione, sebbene descritto e analizzato da Bremaud, che ha richiamata l’attenzione degli osservatori su questo argomento, era stato prima di lui studiato dai mesmeristi, con questa sola differenza, che essi lo facevano dipendere dall’azione di un fluido emanante dal magentizzatore.

Il Du Potet non è meno felice di Bremaud nel descrivere un soggetto in istato di fascinazione. Ne riportiamo il seguente brano: - Dall’istante che l’azione magnetica ha dominato il magnetizzato, il magnetizzatore può, allontanandosi lentamente, a gradi, farlo venire nella sua direzione, farlo inclinare a destra, a sinistra, indietro, avanti, ed infine farlo cadere come una massa inerte. Ciò non è tutto. Questa potenza può essere graduata in modo che tale movimento di attrazione si operi lentamente o per impulso la cui rapidità sorpasserà le previsioni di colui che opera: se questi si metterà a correre, sarà seguito colla stessa prestezza dal magnetizzato. Ma la differenza è grande fra i due esseri: l’attirato presenta molta rigidezza delle membra; mentre egli cammina, gli occhi acquistano l’espressione della fierezza, ed i lineamenti immobili danno al suo volto la più singolare espressione.

- Interrogato, vi dirà che gli era impossibile di resistere un solo istante, che sentiva in sé qualche cosa che lo muoveva e lo spingeva ad obbedire. Egli non vedeva nulla, se non la persona che l’attirava, e noi abbiamo visto nell’Ateneo di Parigi, di Besancon, di Nancy, di Metz, di Londra e di Saint-Pétersburg, un gruppo di otto o dieci persone, pigiato in uno spazio ristretto, e che opponeva la più grande resistenza, essere impotente ad impedire il passo al magnetizzato.

- Non è necessario per ottenere un simile fenomeno, continua il Du Potet, di essere visto da colui che è attirato: si ottiene il medesimo risultato, facendogli girare le spalle e girando anche le proprie. Cosa curiosa in questo caso: egli avanza, rinculando, ed il suo dorso viene a toccare il vostro, a tal punto, che, se voi v’inchinate, egli si chinerà con voi. Un muro non diminuirà per nulla la possibilità di questa attrazione, il magnetizzato verrà nella vostra direzione: se egli urta contro l’ostacolo, che vi separa, oscillerà come un ago, che sente il ferro calamitato e cerca di avvicinarglisi.

- Se voi esercitate questa attrazione su più persone insieme, l’effetto è altrettanto pronto: solamente varia nei risultati. Messi su di una linea retta, taluni di quelli che voi attirate non l’abbandoneranno, ma quelli più sensibili camminano più presto ed atterrano gli altri.

- Se li disponete in un cerchio, di cui voi occupate il centro, essi gravitano verso di voi con più o meno prontezza, e giunti a voi, cercano ancora di accostarvisi di più, come se dovessero saldarsi alle vostre carni-. §202.

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